NECESSITÀ DI SCELTA TRA DUE CONTRASTANTI SOLUZIONI
QUANDO OGNI ALTRA VIA D’USCITA SIA ESCLUSA.
In questo preciso momento in Italia la vita per molte persone è ad un punto di svolta. La pandemia che prima ci ha costretto tutti ad un lockdown, fermando improvvisamente tutto il mondo e lasciando sospese la vita di molte persone che solamente grazie alle loro occupazioni, ai propri esercizi commerciali ed attività, che quotidianamente li consentono di potersi mantenere, ora ci si para davanti come un altro muro. Una barriera che qualcuno nel frattempo ha trovato un modo per aggirare, trovando un’alternativa nel proprio lavoro. Ma c’è anche chi non ha potuto fare altro che arrendersi ai fatti, rimanendo nuovamente inerme o in attesa di tempi più favorevoli.
C’è una soluzione a tutto ciò? Le persone come stanno affrontando i propri problemi, in cosa trovano le risorse necessarie a risolvere il proprio dilemma?
Una necessità di scelta di cambiamento radicale oppure una soluzione momentanea, perché non si ha il desiderio di perdere quello che si ha e tener stretto il proprio “sogno di libertà”.
Questo progetto fotografico parla delle persone che stanno perdendo una parte di sé, con il proprio lavoro anche una parte della propria identità. Occupazioni legate alla cultura, ai viaggi, ai servizi, alla ristorazione e alle attività più ludiche.
Quale sarà il futuro di queste persone, quali prospettive per le loro famiglie?
Attraverso i ritratti di persone che si mostrano in quello che “era” la loro normale attività prima della pandemia, e nel presente in cui è rappresentata la svolta, un reinventarsi, un’alternativa per continuare a guardare il futuro con speranza, fino a quando tutto quello che ci ha costretto tutti in questa terribile circostanza finirà.
Alessandro è fisioterapista dal 2001, la sua professione è stata fin dall’inizio del lockdown una di quelle definite “a rischio”, come tutta la categoria di medici, infermieri e professionisti che principalmente lavorano a stretto contatto con le persone. La fisioterapia riflette il suo essere una persona concreta, sui pazienti usa le mani anziché macchine, la sua filosofia di vita è l’empatia. Vicino alle persone, il suo lavoro dopo il lockdown ovviamente ha cambiato molti equilibri, la sua attività è legata a quella di altre persone, molto più che semplici clienti, tra sportivi, ballerini o semplici persone con malanni fisici da curare.
La quarantena ha portato alla luce la natura di persone come Alessandro, che si tirano su le maniche della camicia e trovano dentro sé stessi le risorse anche per reinventarsi. Ecco che una passione può a lungo termine diventare una professione su cui basare il proprio piano B (per lui addirittura piano C), stringendo importanti collaborazione sul territorio e dando spazio alla creatività. L’Arte ci salverà o almeno a qualcuno dà ora nuove prospettive. Attraverso la collaborazione con un suo amico, lavorando soprattutto sul recupero di oggetti e materiali, nella sostenibilità ambientale e nell’arte del riuso destinato al design, Alessandro ora ha nei manufatti di legno una visione positiva del futuro.
Ilaria e Roberto gestiscono dal 2017 Lo Speziale, un locale allestito in una casa dei primi del Novecento, ispirata al tema del viaggio e della contaminazione. Una locanda dai profumi esotici nata in Veronetta, luogo di integrazione concreta. Promuovono attività culturali, ospitano mostre, esibizioni musicali, aprono le porte a presentazioni di libri, racconti di viaggio.
Già durante il lockdown hanno cercato di superare le difficoltà, diversificando la propria attività.
La vita di Andrea, come quella di tante persone, sta cambiando. La pandemia che prima ci ha costretti tutti ad un lockdown, fermando improvvisamente tutto il mondo, ora nuovamente ci si para davanti come un altro muro. I professionisti della musica live, come Andrea, polistrumentista, compositore e arrangiatore, si sono dovuti reiventare per affrontare questo punto di svolta.
Lucia è titolare del cineforum Charlie Chaplin, che coinvolge le sale Pindemonte, Fiume, Kappadue e Diamante. Gestisce i quattro cinema di Verona con il fratello Alberto e la zia Renata.
Dopo il brusco stop dovuto al lockdown nei primi mesi dell’anno, con una riapertura dei cinema a maggio che avevano dato dei segnali di ripartenza incoraggianti, ora si trova ad affrontare nuovamente l’incertezza del futuro. Purtroppo l’unica scelta obbligata è stata quella di chiudere le porte dei cinema ed aspettare, un’attesa che non può che essere amara in questo momento e quindi rimandare progetti. Insieme a lei si fermano tutte le categorie di persone che lavorano nel comparto delle sale e del cinema più in generale.
Erich è Archettaio, ovvero un liutaio specializzato in archi per violino, viola e violoncello. Lavora nel laboratorio che ha aperto a Verona nel 2004, un luogo dove si respira davvero un’antica arte, dove gesti semplici si rivelano per la dedizione di anni di studio e ogni strumento ha una sua precisa collocazione nel processo di realizzazione. Costruisce interamente a mano all’incirca 25 archi ogni anno utilizzando i migliori materiali, applicando la tipica creatività italiana alla tradizione francese.
Ora Erich non può far altro che attendere tempi migliori, che i teatri si aprano dando la possibilità ai musicisti, i suoi clienti più numerosi, di esibirsi e di conseguenza dare spazio al suo lavoro, unico e imprescindibilmente legato al mondo degli strumenti di musica classica.
Marco lavora ormai da dieci anni nell’ambito del giornalismo cinematografico, è iscritto all’Albo dei Pubblicisti dal 2012. Ha scritto su diversi siti dedicati al cinema e collabora con il magazine online “i400Calci”. Nel tempo libero divora film, serie televisive e fumetti, e collabora con l’associazione culturale veronese Cyrano Comics scrivendo e disegnando storie di supereroi.
Nonostante i suoi sforzi, al momento le conseguenze legate al condizionamento da Covid-19, non gli danno molte alternative e le prospettive non sono positive per il suo futuro lavorativo.
Negli intricati tunnel dell’underground, tra i sound engineer più nerd e genialoidi d’Italia, c’è Luca di Sotto il Mare Recording Studios. Il suo mondo è fatto di strumenti sia analogici che digitali, un immane impegno dedicato alla musica e alla creatività, attività che lo vede impegnato dal 2009. Produrre musica, avendo a che fare quindi con materia impalpabile, può davvero avere molti aspetti in comune con una qualsiasi attività di artigianato. Questo per Luca è un modo più umano ed organico di fare dischi.
Anche per lui il lockdown prima e ora questo secondo periodo di transizione, hanno segnato profondamente il suo lavoro e la sua vita. In questo però la sua creatività gli ha dato degli strumenti per affrontare questo periodo di crisi, trovando un’alternativa nel lavoro di restaurazione di macchinari analogici “vintage”, nastri e bobine di registrazione.
Greta è cantante di un gruppo swing ispirato agli anni 30-50 formatosi nel 2011, un trio dal sapore vintage con un occhio particolare al repertorio italiano di quegli anni. Suonano live per ogni tipo di occasione persino all’estero, un’attività talmente impegnativa che ha indotto Greta ad aprire la partita Iva trasformando questo nel suo lavoro. Da quando il lockdown ha bloccato tutte le esibizioni dal vivo, costringendo ad una cancellazione di molte date, lei e i suoi compagni ora si dedicano ad altre attività per poter andare avanti.
La sua attitudine ai rapporti interpersonali da sempre le ha dato l’opportunità di seguire i figli di amici, come tata su richiesta, quindi per lei è stato molto facile trovare nel babysitting un’attività alternativa in attesa di tempi migliori. Ogni settimana segue bambini diversi, sempre in sicurezza e seguendo i protocolli anti-Covid, con attività di laboratorio, lavoretti o giochi in casa o all’aperto. Sperando che tutte le attività artistiche e culturali vengano ancora di più rivalutate, Greta è proiettata in maniera molto positiva verso un futuro brillante dove la gente ricominci a divertirsi e fare festa.